REFERENDUM
CONTRO IL PROGETTO DI RIFORMA
DELLA SECONDA PARTE DELLA COSTITUZIONE
che prevede:
I POTERI FORTI PER IL PREMIER
Il Primo Ministro è eletto con voto diretto degli elettori, é indissolubilmente legato alla sua maggioranza, non può accettare nessun altro voto determinate, ma può condizionarla con l’esercizio del suo potere di scioglimento della Camera.
LO SVUOTAMENTO DEGLI ISTITUTI DI GARANZIA
Il Presidente della Repubblica perde il potere di nomina del Presidente del Consiglio e quello di scioglimento delle Camere, cessa di essere il garante degli equilibri istituzionali.
Sulla Corte Costituzionale vi sarà un consistente aumento di influenza dei partiti con conseguente maggiore possibilità di politicizzazione sulle sue decisioni
Con riguardo alla Magistratura viene circoscritto il principio di autonomia del CSM rispetto al Presidente della Repubblica, cui viene attribuito il potere di nominare il Vice Presidente, che attualmente è elettivo.
LA FRAMMENTAZIONE DEL POTERE DI LEGIFERARE
Le competenze legislative vengono frazionate a seconda della materia tra Camera, Senato Federale e Regioni. Solo per limitate materie sopravvive il sistema della doppia approvazione da parte di Camera e Senato. Il Senato Federale viene eletto in occasione delle elezioni regionali. Sia per la possibilità di formazione di maggioranze diverse sia per la difficoltà di una esatta individuazione delle competenze, spesso definite in modo approssimativo, si verificheranno occasioni di una perenne conflittualità.
E’ prevista la possibilità per il Premier di attivare meccanismi di annullamento delle leggi del Senato e delle Regioni deducendo la necessità di dare attuazione al programma di governo o per motivi di interesse nazionale.
La soluzione dei conflitti istituzionali viene affidata, anziché ad un organo indipendente quale è la Corte Costituzionale, ad apposite commissioni parlamentari, praticamente alla stessa maggioranza che sostiene il Governo.
LA DEVOLUTION
Per effetto della “Devolution” le materie della sanità, dell’istruzione e della polizia locale passeranno alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni. Si tratta di un trasferimento di competenze che, specie con riguardo alla sanità, comporterà inestricabili problemi in ordine alla sostenibilità economica delle spese dei relativi servizi.
Nella fruizione dei servizi non vi saranno più diritti eguali per tutti gli i cittadini. Saranno accentuate le disuguaglianze già insopportabili tra Nord e Sud secondo una visione egoistica della crescita sociale e dello sviluppo economico. Le più eclatanti si manifesteranno nel campo della sanità, ove una regione ricca potrebbe permettersi di non gravare i propri cittadini del ticket ed una povera non essere in condizioni di poterlo fare.
I DIRITTI FONDAMENTALI INTACCATI
Intaccando i tre grandi principi di base della Costituzione (equilibrio democratico tra maggioranze e minoranze, equilibrio parlamentare tra poteri e contropoteri, equilibrio nazionale tra unità e pluralismo territoriale) si è costruita una passerella di aggressione che va dalla parte organizzativa (la Parte II) alla parte, apparentemente illesa, dei diritti dei cittadini (la Parte I).
A cura del Comitato per il NO al referendum costituzionale di Bologna – c/o Arci via Saffi Bologna
Nessun commento:
Posta un commento